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Dalle 'parole traumatiche' alle 'parole che sostengono l'incontro'

  • lonigrostefania
  • 19 apr 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

In questo momento di emergenza sociale e sanitaria, le parole che ci circondano sono traumatiche così come i suoi effetti concreti.

Il trauma è un'esperienza psico-corporea che si produce a seguito di un evento ripetuto nel tempo, inaspettato e che genera vissuti di insicurezza, impotenza, paura e immobilizzazione, e non solo. I pensieri e gli stati d'animo ruotano intorno alla domanda 'quanto ci sentiamo al sicuro e protetti? Corpo e mente, in questo periodo, come stanno cercando di adattarsi?'

Le parole cui veniamo sottoposti purtroppo sono parole che fanno tremare e che possiedono intrinsecamente una connotazione ansiogena: sono termini inusuali con cui inevitabilmente stiamo facendo i conti, parole che non si ascoltano e pronunciano tutti i giorni ma con cui siamo costretti a familiarizzare...pandemia, contagio, isolamento, distanziamento sociale, quarantena, decessi...sono parole taglienti che torturano l'organismo.

Allora, in questa condizione di quarantena e di distanziamento sociale cui siamo e saremo chiamati, come possiamo sentirci più vicini? Abbiamo bisogno di parole che riducono le distanze, abbiamo bisogno di parole calde, di vicinanza e che ci fanno sentire sintonizzati e affettivamente ancora legati l'uno all'altro e alle persone care. Abbiamo bisogno di ascoltare e pronunciare parole di speranza, capaci di colmare il vuoto relazionale e la distanza tra i corpi, affinché il contatto umano sia ancora possibile, abbiamo bisogno di 'parole che sostengono l'incontro' ...

Le parole, ora più che mai, sono come 'ponti' che sostengono il nostro esser-ci nel mondo, nel modo in cui ci è possibile in questo momento. Raggiungiamoci con le parole del cuore, affinché "lo schiaffo di questi tempi diventi carezza", diventi parola vissuta nel corpo.


"Quando la parola si ri-trova, parlare non serve più a fuggire e ad isolarsi, ma a sostenere l'incontro" (Antonio Sichera, 2001).

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foto dell'artista Franca Cusumano

 
 
 

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